Infuso di foglie di olivo

Un mio caro amico qualche mese fa mi ha detto di provare a prendere ogni mattina l’infuso di foglie di olivo. Ora inizio a vedere i primi benefici, come la diminuzione di allergia e l’attenuazione di qualche leggera dermatite che avevo.
Gli effetti benefici sono dovuti alla presenza di circa 260 polifenoli, i più importanti dei quali sono i seguenti:

  • Tirosolo: migliora la concentrazione e la forma fisica, anti-depressivo, favorisce il sonno;
  • Rutina: indicato per le gambe gonfie, le vene varicose, la cellulite e le emorroidi;
  • Acido Elenolico o Oleuropeina: aumenta le difese immunitarie, è un anti-fungino, un anti-batterico e un anti-virale.
  • IdrossiTirosolo: è un anti-age, migliora le dermatiti e tutti i problemi di pelle.

Inoltre l’infuso è un regolatore di pressione sia bassa che alta, è drenante e antiossidante, regola i livelli di insulina aiutando quindi i diabetici e ha effetti benefici sulla tiroide.

Come gusto l’infuso per me è un po’ amaro, quindi preferisco diluire la dose, una tazzina da caffè, in un bicchiere d’acqua, che fa sempre bene bere la mattina a digiuno.

L’acqua migliore da bere

Non ho ancora capito quale sia l’acqua migliore da bere, e mi accingo a scriverci un articolo sopra… bene!
Credo non ci sia una risposta univoca a questa domanda, ogni tipo di acqua ha i suoi pro e i suoi contro.
Nelle zone in cui l’acqua del rubinetto è “buona” sarebbe meglio bere quella. Come mai?
Costa poco, è comoda perché ce l’hai a portata di mano, non inquini con le bottiglie di plastica ed è sempre controllata. Ma cosa vuol dire “buona”? Buona di gusto, che non sappia di cloro, si è importante. Che non sia marrone e abbia l’aspetto dell’acqua, anche l’occhio vuole la sua parte. A volte a causa di tubi vecchi esce dal rubinetto acqua rugginosa o sporca. Poi anche se il sapore e l’aspetto sono buoni bisogna vedere nella zona che acqua c’è, se è troppo pesante e contiene troppo calcare o troppi sali oppure no. Per saperlo andrebbe fatta analizzare, ma una volta sola o con quale frequenza? Poi ammesso che sia anche una buona acqua c’è il cloro in quantità variabili. Quanto ci fa male questo cloro? Non lo so! Malissimo no, ma nemmeno benissimo.
Allora decidi che è meglio comprare l’acqua minerale! Però è pesa, non tutti ce la fanno a portare un pacco di acqua da 9 kg. Inoltre se è vero che bisogna bere almeno 2 litri di acqua al giorno in un anno una persona spende qualcosa come 220€ di acqua minerale.
Ma poi quale acqua minerale scegli? Quella che ti piace di più eh? Sbagliato! A me piace tanto la Ferrarelle, ma come l’Uliveto del passerotto e altre sono acque pesanti, ricche di sali minerali, che vanno usate per un breve periodo tipo 15 giorni come una cura, poi ci vuole un’acqua leggera. Questo il passerotto non lo spiega vero? Quanto l’acqua è leggera lo si capisce dal residuo fisso a 180° che è scritto sull’etichetta. Addirittura esiste una classificazione delle acque in base al residuo fisso. Per maggiori dettagli c’è Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Acqua_minerale
Ma allora se è bene bere acqua con pochi sali minerali perché non bere acqua distillata? Guai! Pochi minerali non vuol dire punti. Anche bere acqua troppo povera di sali fa male. le migliori acque sono le oligominerali, che hanno un residuo fisso compreso tra 50ml/l e 500ml/l, tranne che una persona non abbia avuto indicazioni differenti dal proprio medico.
E se uno per non riempirsi la casa di plastica o vetro facesse l’investimento di un depuratore? Ecco, allora si apre un altro mondo di mille tipi diversi di filtri, a osmosi, a carboni attivi, che alcuni filtrano troppo rendendo l’acqua quasi distillata, altri c’è il rischio che se non ti ricordi di pulire il filtro alla fine bevi acqua sporca. Ci sono filtri da 2000€ e le brocche col filtro dentro da 30€. Quali sono meglio, quali peggio? Bisognerebbe avere una laurea in chimica per saperlo. Se ascolti il tecnico che ti fa vedere il filtro è sempre meglio il suo.
Io ho rinunciato a capire. Filtri non ne ho mai comprati. La cosa migliore è non bere mai la stessa acqua. Compro un po’ di acqua pesante e un po’ leggera. Inoltre quando devo preparare qualunque bevanda con l’acqua la prendo dal rubinetto, così gli altri ingredienti mi coprono l’eventuale sapore di cloro, che comunque a casa mia si sente poco.
Se da fastidio il cloro si potrebbe lasciare l’acqua a decantare in una brocca prima di berla, per dare al cloro il tempo di evaporare.
Allora sei felice quando cammini in montagna e trovi quelle belle fontane fresche che vorresti avere anche a casa! Quell’acqua sarà buona di sicuro! Teoricamente non è vero. Una minima parte delle fontane libere viene controllata e c’è sempre il rischio, più o meno remoto a seconda dei casi, che l’acqua sia contaminata, per esempio da animali morti o dalla vicinanza di coltivazioni. Anche se sono controllate, ogni quanto tempo faranno i controlli? In teoria non siamo davvero mai tranquilli! Comunque non bisogna nemmeno aver troppa paura ne farsi prendere dalle fobie. Tutte queste considerazioni si fanno perché è sempre bene essere informati e consapevoli di quello che si ha intorno a noi. L’importante è applicare sempre il buonsenso!
Per completezza voglio accennare anche al fatto che esistono addirittura dei sommelier dell’acqua, che possono consigliare i tipi di acqua da abbinare al cibo! La regola generale mi sembra sia di abbinare acque pesanti o addirittura gassate a cibi grassi o con sapori importanti e acque leggere e delicate a sapori delicati. Acque gassate per cibi grassi per ripulire le papille gustative prima della portata successiva.
Ad ogni modo l’acqua gassata artificialmente è assolutamente da sconsigliare, gonfia lo stomaco. Beviamo e mangiamo cose naturali quando è possibile!

Chetoni e chetosi

Da poco tempo ho sentito parlare di chetoni e chetosi.
Un argomento già di moda da tempo, perché in relazione con la dieta proteica.
I chetoni sono dei composti organici che forniscono al corpo la capacità di trarre energia dai grassi. Lo stato di chetosi lo abbiamo quando l’organismo auto-produce i chetoni. Lo si raggiunge velocemente con il digiuno, che è sconsigliabile, con una dieta a basso contenuto di carboidrati o con molto allenamento di lunga durata, tale da esaurire tutti gli zuccheri.
Anche la dieta proteica va protratta per almeno 3 settimane per arrivare alla chetosi e può avere grosse controindicazioni per la salute.
Come sempre chiarisco che io non sono un medico ne un nutrizionista, ma scrivo per riflettere e mettere insieme quello che leggo con le mie esperienze di sportivo.
Ora credo di poter associare la chetosi ad una sensazione che ho provato tante volte quando mi allenavo duro. Quando non sei allenato e devi ripartire, per un po’ di tempo ti sembra che gli allenamenti non servano a nulla, non dimagrisci, non perdi peso (anzi ne acquisti, perchè la crescita muscolare è più veloce della perdita di grassi), una vera fatica fisica e psicologica. Ma quando lo sai tieni duro e superi questo periodo con fiducia. Ad un certo punto nel tuo organismo succede qualcosa. Io dicevo “mi cambia il metabolismo” era corretto? Ero entrato in chetosi? Credo di si. Ora purtroppo è tanto che non mi alleno così bene e non provo questo piacere come di essere arrivato in cima alla montagna. Ad ogni modo in quel momento improvvisamente avevo bisogno di mangiare il doppio e iniziavo a dimagrire a vista d’occhio, e contemporaneamente sentivo che le prestazioni sportive miglioravano molto. Mi succedeva dopo circa due mesi di allenamento costante, tipo cinque volte a settimana per intendersi. Una vera goduria del fisico e un premio per tutti gli sforzi fatti.
Un altra cosa che si diceva tra sportivi che ora ricollego alla chetosi è che quando un atleta non è allenato non è in grado di bruciare grassi. Questo cosa comporta? Semplicemente la crisi di fame alla fine degli zuccheri arriva come una mattonata nella testa e sei finito, non da preavviso! Quando sei allenato invece la crisi arriva piano piano, molto più gradualmente e puoi gestire la stanchezza in modo migliore, magari rallentando, fai in tempo a capire che è meglio mangiare qualcosa (per sport di lunga durata come il ciclismo si dovrebbe mangiare continuamente, tipo ogni 45 minuti, prima di avvertire la fame). Ecco, credo proprio che essere in chetosi sia quello stato fisico che ho provato tante volte.

Dopo questa premessa, la cosa sensazionale ora sembra che sia potere entrare in chetosi nell’arco di un’ora semplicemente bevendo un integratore di chetoni naturali, identici a quelli prodotti dal nostro corpo in chetosi!
Non serviranno più durissime e pericolose diete proteiche?
L’allenamento servirà sempre per fortuna, ma non si dovrà aspettare più due mesi prima di poter vedere un etto di grasso che se ne va?
Questo integratore ancora non è commercializzato in Europa, ma arriverà a breve.
Anche io stento a credere a questa grande novità, ma perchè non può essere vero?
Anche quando i nostri avi hanno smesso di accendere le candele e hanno iniziato a usare l’interruttore sarà sembrato incredibile no?
Io aspetto con curiosità questa grande novità che promette di cambiare la vita di tutti, dagli sportivi a che vuole perdere peso a chi vuole semplicemente sentirsi più attivo.
Ho trovato un video che spiega semplicemente con un cartone animato cosa sono i chetoni e la chetosi.

Torta di mele

Oggi mi sono cimentato nella preparazione di una Torta di mele!
E’ la terza volta nella mia vita che faccio un dolce, sempre questo. Ho iniziato per riempire la quarantena e a questo punto direi che mi viene benino!
La ricetta è la seguente:

3 uova;
1 bicchiere di zucchero di canna;
1 yogurt;
2 bicchieri di farina 00;
1/2 bicchiere di olio;
1 bustina di lievito sciolta in 1 bicchiere di latte;
1 mela;

Cottura 50 minuti.

Ogni volta ho fatto qualche variazione alla ricetta e il dolce è venuto sempre bene, quindi ho capito che per fare dolci non è necessaria la precisione meticolosa che sarebbe nel mio carattere. Il risultato è stato il seguente:

Alla vista sembra troppo cotto, ma ad assaggiarlo mi sembra venuto molto bene. E’ così scuro perché lo zucchero di canna era di quello bello scuro.

Ora volevo riflettere con i miei cari lettori 🙂 sul livello di qualità nutrizionale della mia opera d’arte. Quando mangio mi faccio sempre queste domande, non ossessive, solo per avere consapevolezza.
Quanto gli ingredienti che ho usato sono sani e quando fa bene o male mangiare una cosa del genere? Farsi domande per migliorarsi, questa è la mia idea.
Andiamo a vedere i singoli ingredienti:

  • 3 uova: uova del supermercato da allevamento a terra;
  • 1 bicchiere di zucchero di canna: di quello scuro che dovrebbe essere il migliore;
  • 1 yogurt: yogurt naturale;
  • 2 bicchieri di farina: farina 00 che purtroppo è troppo raffinata, ma sembra che i dolci con quella meno raffinata non vengano bene?
  • 1/2 bicchiere di olio: la ricetta indicava olio di semi, ma in casa nostra da sempre esiste solo l’olio di oliva extra vergine;
  • 1 bustina di lievito sciolta in 1 bicchiere di latte: lievito Pane Angeli è roba chimica, fa male e quanto? Latte fresco intero.
  • 1 mela: sbucciata, si spera che abbia pochi additivi;

Poi si possono fare 2 tipi di considerazioni sugli ingredienti:

  • quanto è calorico e quanto “fa ingrassare”?
  • quanto i prodotti sono inquinati e avvelenati dall’industria alimentare?

Io lancio le domande ma mica ho la risposta certa!

Riguardo la prima credo di poter dire che c’è di peggio e che se non si esagera con le dosi siamo abbastanza nei giusti limiti.

La seconda domanda è molto più misteriosa e la lascio aperta.

Integratori alimentari

Secondo voi sono utili gli integratori alimentari?
Le opinioni in merito sono molte, anche tra gli esperti. Credo che la cosa migliore sarebbe mangiare spesso frutta e verdura dell’orto, pesce fresco e tutto il resto nelle giuste proporzioni. Ma chi riesce ad avere questo stile di vita? Chi ci riesce credo non abbia bisogno di integratori alimentari se conduce una vita normale, sana, non stressante. Tutti gli altri, la maggior parte di noi, hanno bisogno di Integratori Alimentari, in particolare se si fa sport come me oppure se purtroppo si è fumatori, malati, o anche donne in gravidanza o in allattamento. Qualcuno dirà che le mamme partorivano e allattavano anche 100 o 1000 anni fa senza integratori? Innanzi tutto a quei tempi la frutta e la verdura magari venivano colte mature ed erano più nutrienti, inoltre comunque a quei tempi la mortalità era più alta e tante malattie più frequenti. Sicuramente gli Integratori Alimentari vanno usati non a caso, ma sapendo cosa si sta assumendo. Internet è ormai alla portata di tutti e informarsi è semplice, anche se non si deve prendere tutto per oro colato. Documentiamoci e cerchiamo di capire cosa fa bene e cosa fa male! Voi che ne pensate? Usate integratori alimentari?

Auto massaggio

L’auto-massaggio è una cosa bellissima!
Io sono solo uno sportivo, non un medico o fisioterapista, ma a forza di frequentare mio malgrado fisioterapisti e farmi spiegare cose, ho imparato a conoscermi e a riconoscere i miei dolori. Toccarsi è bello! Anche lo Shiatsu (non sono nemmeno un esperto di Shiatsu, ho letto solo un libriccino) si basa sul benessere che il contatto delle mani può dare. Toccare una persona con un abbraccio o una carezza è un passaggio di energie positive verso quella persona. Allo stesso modo toccare il proprio corpo trasmette energia ad una parte dolente. Viene anche istintivo toccare la parte dove ci siamo fatti male infatti. Ecco proviamo a prolungare anche in seguito questa idea di coccolare la nostra parte dolente. Serve ad entrare in confidenza col proprio corpo, a capire di cosa ha bisogno. Sembra una cosa scontata sapere di cosa il nostro corpo ha bisogno, ma non lo è affatto. Toccandoti cerca di isolare il dolore, di capire da dove viene, se è profondo o superficiale, se è pungente o diffuso. Cerca di ricordarti quando è stata la prima volta che lo hai sentito e cosa te lo ha scatenato. Alcune volte può essere che un dolore non abbia un momento di inizio preciso, perché magari non è stato causato da un trauma.
Se il dolore è causato da un trauma ed è un dolore giovane per intendersi, non lo massaggiare forte. Se hai uno strappo muscolare immaginati che nel muscolo hai una ferita che sanguina e se la vai a muovere quando ancora è fresca continua a sanguinare. Al massimo massaggiala accarezzandola. Se invece hai un dolore vecchio o non causato da trauma io farei un bel massaggio forte e doloroso, che porta sangue nella zona. Certe parti del corpo sono poco irrorate di sangue e il sangue aiuta a far passare l’infiammazione. Scegli tu la forza del massaggio affinché sia sopportabile e poi via via che passa aumenta un po’ l’intensità. Normalmente i dolori ai quali sto pensando sono contratture, vecchi stiramenti o tendiniti. Tutti casi in cui un massaggio un massaggio vigoroso di solito porta giovamente, perlomeno sul mio corpo, perchè io riporto solo la mia esperienza.
Una contrattura è una parte del muscolo che è stata stressata troppo e ha reagito accorciandosi e rimanendo così, ha perso la normale capacita di allungarsi e accorciarsi. Non sempre ci si accorge di avere un muscolo contratto, bisogna appunto conoscersi un po’ per rendersene conto. Ci si continua a muovere lo stesso, grazie ad altri muscoli del corpo, compensando la mancanza di quel muscolo fuori uso. Il massaggio serve a convincere le fibre muscolari a riallungarsi, a ritornare flessibili e morbide. Anche lo stretching è un ottimo decontratturante, ma per le contratture molto dure il massaggio arriva dove lo stretching non ci riesce. Lo stretching a volte può essere un pochino pericoloso, nel senso che se tiri troppo hai l’effetto opposto, crei un trauma al muscolo e questo si accorcia. Lo stretching deve essere molto delicato e al contrario del massaggio non deve provocare dolore. Per concludere il quadro anche il ghiaccio è decontratturante e benefico in ogni caso. Va applicato 10 minuti non a contatto della pelle. La terapia del caldo invece è rischiosa, perché come dicevo prima, se il trauma è fresco può aumentare l’ematoma interno al muscolo.

Ripeto, non sono un medico e riporto solo la mia esperienza e se ho scritto delle inesattezze, se un esperto mi scrive per correggermi può farmi solo piacere!

Da solo nei Balcani – Diario di un viaggio

16-8-2010

Partenza da Pistoia alle ore 12:37, cielo molto nuvoloso con sole. Umore ovviamente alto! Alle 14:15 faccio una sosta presso l’area di servizio Po Est e riparto alle 14:30. Alle 16:10 esco dall’autostrada per fare rifornimento di metano presso Portogruaro. Conosco già quel distributore, è l’ultimo utile per fare metano prima di uscire dall’Italia procedendo in direzione Trieste. Entro in Slovenia. Ho sentito parlare di una vignetta che si deve acquistare per pagare l’autostrada in Slovenia, ma dato che nessuno mi ferma proseguo, mi sembra la cosa più naturale, dato che in Italia quando devi pagare ti fermano e ritiri il ticket. Alle 19:00 sono alla frontiera croata di Bregana. La polizia slovena alla frontiera mi fa pagare 150 € di multa perché non ho acquistato la vignetta! La vignetta consiste in un bollino da attaccare al parabrezza che costa 15€ x 1 settimana, 30 € per un mese e 95 € per un anno. Comodo per gli sloveni, per un anno per loro ottimo prezzo, ma per i turisti? Loro sanno che gli italiani che vogliono andare verso est sono obbligati ad attraversare la Slovenia o al limite l’Austria che usa lo stesso sistema, quindi se ne approfittano. Comunque dice che all’inizio dell’autostrada c’era un cartello in sloveno e forse in inglese che spiegava della vignetta! Mi sembra ridicolo ed ingannevole che il controllo che fanno per vedere se hai la vignetta non sia all’ingresso dell’autostrada ma all’uscita quando non puoi fare altro che pagare una multa. Truffa aggravata direi se si pensa che al 99% è fatta ai danni di loro concittadini europei. Secondo il mio parere da ignorante in materia sarebbe bello se in Europa ci fosse più uniformità su queste regole.
Per il pernottamento sono tranquillo perché conosco nella città un hotel non bello ma decente ad un ottimo prezzo, l’Hotel Zagreb. Avrei giurato di trovare almeno una singola libera alla fine di agosto, invece tutto pieno! Inoltre i prezzi sono quasi raddoppiati rispetto a 4 anni fa: 43€ per una singola. Trovo Zagabria molto cambiata nella parte nuova da quattro anni ad ora. E’ una città moderna, con molti palazzi nuovi, grattacieli e Hotel. Sono le 20:00 e per me Zagabria era solo una sosta per dormire, dato che l’ho già visitata bene in passato. Voglio guadagnare tempo, riparto e vado in Ungheria! Subito! Penso che sicuramente troverò un B&B nel primo paese che trovo in Ungheria. L’Ungheria la trovo subito accogliente a partire dai doganieri simpatici alla frontiera. Mi dirigo a Nagykanizsa. I nomi dei paesi e delle strade sono quasi tutti così illeggibili, è una lingua molto difficile. Nonostante non ci sia molto nel centro del paese mi piace molto lo stile austro-ungarico dei palazzi. Alle 22:00 mangio in un pub. Carne di maiale con patate e birra. La carne è molto particolare, speziata. Imparo che la moneta è il Fiorino e 1 € vale 260 Fl. Spendo poco a cena, circa 6 €. Mi dicono che in città c’è solo un Hotel a 3 stelle e nessun B&B quindi proseguo per il lago Balaton per risparmiare tempo. Data l’ora sto già mettendo in conto di passare la notte dormendo in macchina, tranquillo anche perché il paese non mi sembra pericoloso, vedo bella gente a giro. E’ davvero un luogo che mi trasmette serenità e pace. A volte l’apparenza inganna, ma speriamo non sia questo il caso.

17-8-2010

Alle 00:30 iniziano i colpi di sonno per cui mi fermo a dormire in macchina presso un distributore di benzina. So che sono già sul lago Balaton, ma al buio non sono ancora riuscito a scorgere il lago. Alle 3:30 mi sveglio e decido di percorrere ancora un po’ di strada. Voglio vedere questo lago! Mi vengono pure dubbi su dove mi trovo esattamente. Mi si intrecciano gli occhi a cercare i nomi illeggibili dei paesi sulla carta. Vedo casette con giardini belli e molto curati. Alle 4:00 trovo un locale aperto 24 ore su 24 lungo la strada. Qui vivrò uno dei tanti momenti divertenti di questo viaggio. Mi dirigo verso il bancone con un atlante in mano alle 4 di notte. Scena abbastanza particolare per i presenti credo. Al bancone c’è una splendida barista bionda di nome Tamara e 2 clienti. Chiedo informazioni su dove mi trovo e subito faccio amicizia con tutti. I clienti sono Laszlo e Csabi, 2 spazzini che hanno finito da poco il loro turno di lavoro. Mi offrono una birra per uno e io rioffro volentieri. Mi insegnano qualche parola di ungherese, per esempio per dire salute quando si brinda. Stento a crederci ma la parola si pronuncia eghesceghedrè! Non sto a scriverla come la scrivono loro perché è ancora più difficile. Alle 6 del mattino albeggia e io sono ancora lì con loro molto allegro! Per un attimo penso che voglio rimanere lì con loro per sempre, ma poi decido di ripartire. Ci scambiamo i contatti Facebook e ci salutiamo. Alle 7 finalmente vedo il lago Balaton e faccio un po’ di foto. Dopo aver dormito altre 2 ore in macchina presso il lago, alle 9 cerco dove poter fare la colazione. Breakfast mi pare debba essere una parola internazionale, invece agli ungheresi suona parecchio strana anche perché l’inglese non lo sanno moltissimo, soprattutto nei paesi piccoli. Allora in un market trovo uno yogurt liquido e 2 paste tipiche molto particolari. Una ha un contenuto nero speziato che non sono riuscito a capire con cosa sia preparato. Si mangia bene in Ungheria, ho già capito! Case molto belle, giardini molto curati e per fare amicizia con un ungherese sembra basti pronunciare “Io napot!” (buongiorno scritto sempre come si pronuncia in italiano). Nella mattina visito Siofok, un paese che non mi sembra avere nessun interesse artistico o storico, nessun palazzo antico o monumento particolare. Queste sono affermazioni che si basano su quello che vedo, in questi luoghi giro più o meno a caso e mi lascio trasportare da l’istinto senza seguire nessuna guida, quindi niente di più probabile che mi sia sfuggito qualcosa di bellissimo. A Siofok sono colpito solo da una lunga passeggiata di nuovissimi ed accattivanti locali dove mangiare, bere e ballare. Un luogo tutto turistico. Di sera deve essere bello e divertente, ma io mi trovo qui di mattina e non starò a perdere una giornata solo per aspettare di vedere Siofok di notte! Riparto subito!
Arrivo in una bella cittadina dal nome sempre più simile ad uno scioglilingua: Szekesfehervar. Sicuramente da visitare il centro, meglio con l’aiuto di una guida, poiché ci sono palazzi storici molto belli e importanti. Non posso fare a meno di riportare la presenza di tantissime belle donne, molto eleganti e curate. Stessa cosa vale probabilmente per gli uomini, ma mi sono rimasti meno impressi, chiedo scusa! A pranzo mangio salsiccione con senape, accompagnato da un pane fritto buonissimo, che insieme alla nottata difficile, contribuisce a causare colpi di sonno durante la guida verso Budapest. Infatti alle 15:15 parto per Budapest e alle 16:00 cerco un bar in periferia di Budapest per prendere qualcosa di simile ad un caffè. Il caffè mi sveglia sempre perché non lo prendo mai. Trovo un bellissimo locale in stile arabeggiante dove si fuma il narghilè, è il Cafe Rotana. Andando via mi dimentico la macchina fotografica che poi mi viene restituita. Inizio a cercare un alloggio a Budapest. Sulla guida TCI leggo a proposito di un’agenzia di informazioni Toma Tour in Utca October 6, 22. Cerco di andarci in macchina e impazzisco! Viaggiare in macchina a Budapest è allucinante! Ci sono molti lavori in corso nei viali principali e ogni volta che sbaglio strada solo per fare inversione devo andare avanti per molti chilometri. Alla fine parcheggio la macchina lontano dall’agenzia e ci vado a piedi. Scopro che l’ufficio dell’agenzia è in un generi alimentari! Forse per questo ho avuto tanta difficoltà a trovarlo? La persona parla un buon italiano. Mi offre un appartamento per 40 €/notte e mi da la chiave per andarlo a vedere da solo, dopo avergli lasciato un documento. Mi bastava una camera, ma è tardi e sono stanco, quindi vado a vederlo a piedi. E’ vicino, si trova nei pressi del Palazzo del Parlamento. L’appartamento è piccolo, ma molto bello. Torno all’agenzia e pago 80 € fissando due notti. Vado a prendere la macchina per avvicinarmi a casa e scaricare le borse. Dopo essere impazzito di nuovo per arrivare a casa cerco parcheggio. In centro trovo solo parcheggi a pagamento. Fuori non si trova, allora entro in un parcheggio sotterraneo che costa circa 2 €/ora anche di notte. Entro a casa per sistemare le mie cose e fare una doccia, poi riesco per la serata. Trovo un locale all’aperto dove pago 400 Fl (1,5€) per l’ingresso con birra inclusa. Locale dall’aspetto molto semplice. C’è una pista di latino-americano e una di Hard Rock locale. L’età media è molto bassa, sotto i 20 anni e mi sento un pesce fuor d’acqua. Mangio qualcosa, bevo la birra e torno a casa per andare a letto.

18-8-2010

Non metto la sveglia e mi alzo alle 11, dovevo recuperare un po’ di sonno. Oggi voglio visitare Budapest più che posso. Lo farò a piedi, sono un buon camminatore e non voglio rimuovere la macchina. Ho trovato un parcheggio più economico a 3600 Fl/giorno in zona Parlamento. Dal Parlamento dove ho l’alloggio inizio a camminare e visito prima Pest che si trova ad est del Danubio. Incontro una splendida ragazza che ferma le persone per vendere una gita sul battello lungo il Danubio e mi lascio convincere subito! Ci andrò domani mattina. Costa 2100 Fl e dura 90 minuti con sosta sull’isola Margherita. Quindi passo il ponte Elisabeth, quello bianco, e salgo alla rocca di Buda. Non entro a fare la visita, non voglio sprecare ne tempo ne soldi e salgo nel quartiere fortificato di Varhegy. E’ molto bello! Scatto un sacco di foto, bevo una birra da 0,5 l pagata 150 Fl, meno dell’acqua! Poi trovo degli stand di degustazione con assaggi di formaggi e affettati buonissimi e per 450 Fl prendo un bicchiere di buon vino rosso ungherese fruttatissimo. Poi mi dirigo verso nord. Ho letto sulla guida che il quartiere di Obuda è interessante e mi incuriosisce una foto di un monumento con quattro donne di bronzo con l’ombrello aperto. Chiedendo informazioni ai gentilissimi ungheresi ci arrivo di buio e riesco cmq a scattare qualche foto. La parte vecchia di Obuda merita una visita e il monumento è particolare. In zona Obuda cerco anche un locale dove vorrei venire dopo poche ore dopo essere passato da casa a cambiarmi. Trovo il locale che è galleggiante sulle acque del Danubio. Allora mi dirigo velocemente verso casa sempre a piedi passando per l’isola Margherita, un parco immenso in mezzo al Danubio, l’isola è lunga 2500 metri. Sono le 11 di sera e istintivamente avrei un po’ paura, il parco è quasi deserto, ma vedo anche qui ragazze che passeggiano da sole o corrono anche di notte, alcune coppie di ragazzi a sedere sulle panchine. Sembra davvero che per gli ungheresi stupratori e maniaci sessuali siano solo roba da film. L’Ungheria è davvero il paradiso? Se non tocchi la macchina per me si! Arrivo a casa che è quasi mezzanotte e il letto mi attira, ma mi cambio e vado in macchina al locale a Obuda, dopo essermi fatto spiegare una strada semplice. Il modo migliore per andare dal Parlamento a Obuda sembra passare il bellissimo Ponte delle Catene, quello in pietra con i leoni. Le catene in un primo momento non le vedevo, sembrano enormi catene da bicicletta quelle che corrono tutto lungo il ponte. Il locale è molto carino, ma l’età media è sempre molto bassa. Per l’ingresso pago 1000 Fl senza consumazione. Alle 2:30 sono a letto.

19-8-2010

Alle 7:30 sono già in piedi. Mi preparo e vado a prendere il battello per la gita sul Danubio. Momento bello e rilassante. Si può scendere sull’isola Margherita e riprendere il battello successivo che passa 90 minuti dopo, ma io l’isola l’ho già vista e torno indietro subito rimanendo sul battello. Poi vado a prendere le mie cose e la macchina per lasciare l’appartamento. Cerco un distributore di metano a Budapest che secondo la Guidametano ci dovrebbe essere, ho anche l’indirizzo, ma non riesco a trovarlo. Forse la mia guida è troppo vecchia e infatti mi dicono che il distributore non c’è più. Allora proseguo direttamente in direzione di Debrecem, da dove poi proseguirò per la Romania. A Debrecem dovrebbe esserci un altro distributore di metano, ma sulla Guidametano non c’è nemmeno l’indirizzo di questo. Provo a chiedere informazioni, ma nessuno ne sa nulla. Dovrò viaggiare ancora a benzina. Questo viaggio mi sta costando molto più del previsto. A Debrecem trovo una festa paesana con banchetti dove si mangiano cose tipiche. Prendo pane e formaggio e una birra. Il formaggio è secco, molto particolare e buonissimo. La città è carina, ma niente di particolare. Ci sono degli italiani a fare gli sbandieratori in occasione della festa, sicuramente provenienti da un paese italiano gemellato con Debrecem. Decido di dormire qui a Debrecem e per caso mi ritrovo in hotel con gli italiani.

20-8-2010

La mattina sveglia alle 6:30 con gli italiani che fanno gran chiasso. C’era da aspettarselo, ma meglio così, voglio partire presto per la Romania. L’hotel a Debrecem è il Marothi Georgy Kollegium, quasi un ostello, vicino al centro. Pago 4280 Fl (17 € circa) per una piccola singola con bagno esterno. Alle 7:30 parto per la Romania in direzione Oradea. Passato in Romania trovo subito molte differenze: costruzioni fatiscenti, meno cura nei giardini e più sporco per le strade. Oradea ha qualche bel palazzo, ma niente di particolare. La trovo una città molto triste con poca eleganza e cura delle persone nel vestirsi. Faccio un giro in centro, scatto un po’ di foto e mi fermo a mangiare in un fastfood, ma con prodotti tipici, dove mangio un pesante ma buono stinco di maiale. Poi riparto subito per Arad. Lungo la strada solito scenario: pianura sconfinata coltivata per lo più a girasoli o anche a granturco. Durante una sosta vengo avvicinato da un pastore che esce dal nulla. Parla solo rumeno e non ci si capisce. Sembra voglia dirmi che vuole fare qualcosa insieme a me e vuole spiegarmi con un disegno. Gli dico che ho fretta e non approfondisco. Trovo Arad più brillante come popolazione, qualche negozio in più rispetto ad Oradea, ma qui non vedo niente che valga la pena di essere fotografato e riparto presto per Timisoara. Timisoara è una città carina con bella gente elegante e bei palazzi. Trovo un Turist Office in centro, in Via Alba Iulia dove mi indicano hotel e ostelli. Ne scelgo uno fuori centro, l’Hotel Moara in Str. Aleea Lirei, 4. Spendo solo 60 LEI (15€) e ho il bagno in camera. Carina la camera, ma molto brutta la zona in cui si trova l’albergo. La sera ceno in un fastfood con prodotti tipici, il KFC in Piazza Victoriei e poi vado nel locale Club 30, nella stessa piazza. Bella musica, belle ragazze, ma da solo mi diverto poco, dato che sono tutti a gruppi di amici e fare amicizia qui mi sembra difficile.

21-8-2010

La mattina mi sveglio alle 9 e con grande entusiasmo parto per la Serbia che mi incuriosisce molto. Sulla strada verso Belgrado, in periferia di Timisoara, appena partito mi fermo a fare colazione. Nel bar trovo Massimo, un pasticcere di Agliana che lavora a Timisoara! Incredibile! Facciamo amicizia e mi propone di trattenermi nel pomeriggio per andare in piscina con lui e suoi amici. Poi la sera mi ospita a casa sua a dormire.

22-8-2010

Parto per la Serbia alle 9:30 dopo ottima colazione con cappuccino all’italiana in pasticceria Gianduia dove lavora Massimo. Arrivato alla frontiera rumena anche qui rischio la multa. Ero tranquillo perché in Romania non ho preso autostrade, ma scopro che comunque va pagata una tassa di circolazione come, mi dicono, più o meno in tutti gli stati! A questo punto dovrei dalla frontiera tornare a cercare una banca per pagare la multa di 200 LEI (50€), ma visto che è domenica e le banche sono chiuse mi dicono di passare senza pagare per questa volta! In Serbia faccio un breve giro a Vrsac, con qualche foto a chiese e palazzi. Cerco di capire com’è il cambio con l’Euro. Dal fornaio non prendono l’Euro. Scopro che usano il Dinaro e un dolcetto costa 35 din, quindi faccio un prelievo basandomi su questo. Riparto in direzione di Smederevo. Trovo gente che fa il bagno nei fiumi lungo la strada. Non sono torrenti secchi come i nostri, c’è molta acqua anche in estate. Per andare a Smederevo decido di prendere un percorso avventuroso. E’ la strada più breve, ma è segnata come una piccola strada di campagna. Passa da Izbiste, Susara e Deliblato. Chiedo indicazioni a Izbiste e me le danno gentilmente accompagnandomi ad un incrocio. Poi più avanti capisco che si è sparsa voce che uno straniero ha deciso di percorrere quella strada perché un uomo mi dice che sto proseguendo bene senza che io abbia chiesto nulla! La strada è davvero difficile, a tratti sterrata con grosse buche, ma bellissima. Scatto delle foto. A volte si passa dentro a un tunnel di vegetazione con la strada dritta e lunga. La strada ha la larghezza di una macchina e non ci si scambia se passa qualcuno, ma non incrocio nessuno x molti chilometri. Non sono riuscito a fare benzina perché è domenica. Mi domando cosa succederebbe se rimanessi fermo in questi luoghi e incoscientemente non mi preoccupo. Per un momento penso che costruirei una capanna, venderei la macchina e comprerei tre mucche e tre capre! Poi la benzina è bastata quindi il viaggio prosegue. Passo il Danubio prima di Smederevo, è immenso e poi scopro che quello che vedo è solo un braccio del Danubio perché il ponte poggia su un’isola che sta in mezzo al fiume. E’ un fiume stupendo anche se sporco, il fiume più grande d’Europa. A Smederevo pranzo e visito la cittadina. Nulla da vedere apparte la Fortezza sul Danubio, bella ma rovinata dopo le vicende passate nelle varie guerre. Sul fiume mi metto a conversare in inglese coi pescatori che si lamentano della magra giornata di pesca. Scatto un po’ di foto e un pescatore mi chiede di fargliene una e mandargliela. Sono sempre molto contento quando faccio amicizia con le persone che incontro lungo la mia strada. Per me la vacanza ideale è questa, un viaggio in paesi nuovi in mezzo alla gente, per provare a capire chi sono e come vivono. In sostanza io non viaggio per andare in vacanza, ma la mia vacanza è il viaggio e inizia quando esco di casa e finisce quando rientro. Ora riparto da Smederevo in direzione Belgrado. Lungo la strada trovo un uomo con una cassetta di pesche su un tavolino, quindi mi fermo per comprarne un paio da mangiare subito. L’uomo mi fa capire che gli è rimasto da vendere solo quella cassetta e vuole rientrare in casa, quindi me le offre tutte per l’equivalente di 2,5 €, sono 5 kg. Prendo le pesche e faccio felice l’uomo, sulla strada passa poca gente e chissà quanto tempo avrebbe dovuto aspettare. E’ domenica e a Belgrado l’ufficio informazioni turistiche è chiuso. Si trova in Piazza della Repubblica. Escludo di riuscire a trovare una camera da privati a quell’ora di domenica, quindi mi metto a cercare un hotel, ma non sono molti in città. Scelgo il Park Hotel a tre stelle, dove per una singola pago 43€ con colazione a buffet compresa, più 10 € al giorno per il parcheggio sotterraneo dell’hotel. Tra sistemarmi e fare la doccia a mezzanotte sono pronto per uscire a cercare qualcosa da mangiare. A quell’ora è aperto solo un fastfood. Non è il classico McDonald, ma molto più casalingo. Prendo un ottimo Palacinke. Poi sento dire che c’è una festa della birra e che per arrivarci non è facile ed è meglio che prenda un taxi, ma a me piace camminare e trovare i posti da me. C’è da passare il ponte sulla Sava e dopo poco sono là. Suona un complesso rock locale e cantano in serbo. Devono essere famosi, c’è una gran folla di ragazzi in delirio. Bella atmosfera e mi diverto anche se mi sento un po’ fuori posto, mi ero vestito elegante o appena più elegante del solito. Non la indovino mai coi vestiti, d’altra parte quando esco non so mai dove andrò a finire qualche ora dopo. Quindi mi unisco al delirio dei ragazzi anche se non so chi canta e cosa cantano. Alle 3 di notte sono sulla via di ritorno e anche qui a Belgrado le ragazze tornano a casa sole e a piedi senza paura. A Roma o Milano è così? Non credo, ma non conosco la vita notturna delle grandi città italiane. Provo a trovare somiglianze tra le grandi città dell’est e quelle italiane e azzardo delle associazioni: Zagabria a Firenze perché la vedo artisticamente molto piena e comunque relativamente piccola e visitabile a piedi, ma con non molta vita notturna; Belgrado a Milano perché è una città moderna, molto grande con viali e palazzi enormi, con gente elegante, shopping, ristoranti e movimento in giro a tutte le ore, ma artisticamente meno interessante; Budapest a Roma perché è sia piena artisticamente che grande e vivace.

23-8-2010

Mi alzo alle 9 e vado a fare colazione in albergo. Colazione a buffet, quindi siamo a posto! Sono un amante della colazione. Prima inizio col salato e poi passo a latte cereali e dolci vari. Probabilmente salterò il pranzo e andrò direttamente a cena, così ho più tempo per viaggiare. Inizio la vera visita di Belgrado a piedi ovviamente. Visito la fortezza sul Danubio, è bella ma più che altro mi interessa il paesaggio per fare le foto. Da lassù capisco meglio la geografia del luogo. A Belgrado la Sava si inserisce nel Danubio proprio in corrispondenza di un’isola sul Danubio, Veliko Ratno Ostrvo. In altre parole la Sava entra su un braccio del Danubio. E’ bellissimo l’effetto del Danubio bicolore a causa dell’acqua verde della Sava che per un po’ resta divisa da quella gialla del Danubio. Poi passo il ponte sulla Sava e mi porto nel quartiere Zenum, dove trovo qualche chiesa ortodossa, ma niente di particolarmente interessante. Ciò che coglie la mia attenzione qui è ancora il Danubio. Sul fiume ci sono delle simpatiche zattere organizzate come locali dove bere e mangiare. Prendo una birra in uno di questi, il Kafe Savana. Mi siedo accanto all’acqua che scorre veloce. L’acqua è sporca e trasporta di tutto purtroppo e anche una biscia d’acqua si lascia portare. Fantastico pensare che quell’acqua tra qualche giorno sarà nel Mar Nero. Riparto e trovo un ponte di barche militare che porta sull’isola. Senza dubbi lo percorro e arrivo ad una spiaggetta che fa da spartiacque ai due bracci del Danubio. Incredibile, ma la gente ci fa il bagno! E sono pure in tanti. Rifletto sul fatto che gli austriaci saranno persone precise e gli ungheresi godono di tutta la mia stima, ma i loro rifiuti comunque passano di lì. Non mi bagnerei lì dentro nemmeno un piede. Finisco la visita del quartiere e torno indietro in autobus stanchissimo. Fa molto caldo! Scendo dal BUS in centro e prima di rientrare in albergo vado a vedere la basilica di San Save, molto bella all’esterno, dentro è in restauro. Vicino alla Basilica vedo un hotel a 2 stelle, utile per la prossima volta, sembra bello. Hotel Slavija, Sv. Save 1 – 9. La singola costa 35€ con colazione. Rientro in hotel stremato. Vedo che danno la cena per 4,5 €. Chiedo conferma e ci vuole mezz’ora per chiarire un equivoco in inglese. Dinner, chiedevo la cena, invece Dinar per loro erano i soldi e credevano li volessi da loro! Poi doccia e cena ottima. Esco alle 22:30 e mi fermo a bere un cocktail in un locale del centro. Poi rientro e alle 1:00 sono a letto.

24-8-2010

Sveglia alle 9 e colazione “leggera” in albergo: formaggio, verdure grigliate, pasta sfoglia ripiena, prosciutto. Intermezzo tra dolce e salato con cocomero e popone. Poi yogurt con cereali e frutta secca, assaggio di sei tipi diversi di dolci squisiti e altre cose che non ricordo. Ora si parte da Belgrado e la destinazione è ancora da decidere. Saluto in hotel e vado a tirare fuori la macchina dal parcheggio sotterraneo. Si deve entrare con la macchina in un ascensore per auto dove devo levare l’antenna per entrarci. Vivo una scena buffa con un altro cliente serbo che chiede a me e alla cameriera di salire nel vano del suo furgone in modo da abbassarlo e farlo entrare in ascensore. Noi eseguiamo e in effetti l’idea funziona. Poi in un primo momento decido di andare verso Novi Sad, ma essendo incerto sulla destinazione, appena sbaglio strada non torno indietro e proseguo per la Bosnia. Bello essere guidati dal caso a volte! La Bosnia non era prevista nel progetto del mio viaggio, ma penso di andare a Sarajevo perché sono in anticipo sulla mia tabella di marcia. Mi avvicino alla frontiera e mi ritorna l’incubo delle tasse per la viabilità. Quando arriverò alla frontiera avrò multe da pagare? Decido di andare alla polizia a informarmi. Trovo uffici fatiscenti. Per la mia domanda metto in moto tutta la polizia del paese. Nessuno sa nulla. Mi ritrovo davanti al comandante che sembra un bandito, mi fuma in faccia e mi guarda con aria inquisitoria. Mi fanno parlare al telefono con altre persone alle quali devo spiegare meglio cosa voglio esattamente. Intanto mi controllano cento volte la carta di identità. Alla fine mi dicono che in Serbia si paga soltanto la tassa per l’autostrada e non per la strada normale. La persona al telefono mi dice in italiano che per qualunque problema sulle strade della Serbia posso chiamare il numero 987. Saluto tutti al comando di polizia e riparto. Arrivato a Valjevo verso le 11 e mi fermo solo per bere una birra, o almeno così credo! Trovo un bar molto carino la Kafana EPA. Ha uno stile molto carino, con un pergolato tutto in legno. Mi siedo a bere la birra e dopo poco una persona da un tavolo vicino mi chiede quanto costa la mia macchina! All’inizio mi metto un po’ sulle difensive per la domanda strana, ma dopo poco mi invita a bere la mia birra al suo tavolo con altri amici e io accetto. Si chiama Slobodan e parla inglese perché ha vissuto in California, ma è nato a Sarajevo, la vecchia Sarajevo che dice fosse tutt’altra cosa da quella d’ora, come si può immaginare. Così faccio amicizia e resto a bere birre offerte da tutti! Tutti vogliono essere amici “dell’italiano”, tutti siamo allegri e chi più chi meno ubriachi. Sono le 17 e ho solo bevuto birra senza nemmeno pranzare, non mi pare il caso di ripartire per andare a dormire chissà dove. Chiedo agli amici se mi trovano una camera in paese. Zlatar si adopera per me e mi trova una camera a 17€ all’hotel Boulevard. Faccio amicizia anche con Zorica, la padrona della kafana. Donna molto affascinante. La sera accompagno Zlatar a casa per vedere dove sta poiché il giorno dopo vuole che passi a casa sua a prendere il caffè prima di ripartire. Il caffè qui si prepara alla turca. Arrivati a casa sua mi invita a rimanere in strada insieme ad altri amici a bere birra e mangiare i tipici ghibanizza buonissimi. Dopo torno alla Kafana a salutare altri amici e a bere caffè che la gente vuole offrirmi. Credevo di fermarmi a Valjevo solo per una birra e invece sono ancora qui a scrivere il mio diario alle quattro di notte dato che tanto c’è il ragazzo della reception che anche a quest’ora urla e canta con amici. Sono contentissimo, oggi in totale avrò conosciuto più di venti persone e molti di loro mi hanno anche dato indirizzi mail o contatti Facebook.

25-8-2010

Stamani prima di partire passo a casa di Zlatar a prendere il caffè e alla kafana a prendere un altro caffè che vogliono offrirmi. Mi servirà, dato che ho dormito solo due ore. Saluto tutti e parto. Ho deciso che Sarajevo mi allunga troppo il viaggio, quindi tornerò verso Novi Sad e poi verso la Croazia in direzione di casa. A Sabac mi ferma la polizia. Con l’autovelox hanno rilevato che ho superato il limite di velocità. Viaggiavo a 75 km/h mentre il limite era di 50 km/h. Ero in una larga strada di campagna tutta dritta. Mi dicono che devo pagare 70 € e per farlo devo seguirli dieci minuti al comando di polizia. Penso alle parole di un amico buddista e mi dico che rimarrò calmo qualunque cosa succederà, anche perché l’esperienza che ho avuto facendo il militare nei carabinieri mi insegna che è sempre la cosa migliore in questi casi. Mi hanno fermato alle 11:15 e la vicenda finirà alle 13:15. Due ore perse e non solo questo. Al comando dopo una lunga attesa mi dicono di seguirli di nuovo e mi portano davanti ad un giudice che mi farà il processo! Mi dicono che ho commesso un’infrazione molto grave in Serbia. Mi ritrovo davanti a giudice, traduttrice dall’inglese e dattilografa. Mi chiedono la storia della mia vita, il nome di mio padre, che lavoro faccio, il datore di lavoro e tante altre cose. Sembrano accomodanti e spero che mi vengano incontro, in effetti era una strada di campagna. Alla fine mi dicono di andare in banca a pagare e poi tornare da loro per riavere i miei documenti. Devo pagare non solo i 70€, ma anche 25€ di spese processuali. Mi sforzo di pensare che ho vissuto una vicenda interessante, che fa capire tante cose su questi paesi e per assistere a questa farsa di processo ho pagato un biglietto di 95€. Riparto per Novi Sad e mi fermo a mangiare cevapcici lungo la strada. Novi Sad! Quante volte avevo letto il nome di questa città sulla cartina e avevo pensato che un giorno ci sarei stato, mi incuriosiva. Città carina, ma niente di eccezionale. L’ho visitata in due ore a piedi, compreso un giro al castello di Petrovaradin, il quartiere di Novi Sad a est del Danubio. Immancabile nota sul Danubio a Novi Sad: il fiume forma un ansa grandissima e molto bella a monte della città. Dal Castello ci si trova proprio sopra a questo grande specchio di Danubio. Ora sto andando a passare la frontiera a Backa Palanka per tornare in Croazia verso Vukovar, dove credo che dormirò di nuovo in macchina. Sono appena passato davanti ad un’altra pattuglia con l’autovelox! Panico! Se non mi hanno fermato per farmi il processo vuol dire che non mi hanno fatto la multa? Cartelli non ce ne sono. Che ne so se ho superato il limite? Che ne so se è considerata una zona abitata o meno per cui c’è il limite di 50 km/h? Se mi arriverà la multa a casa pagherò, ma ora sono stanco e l’importante è passare la frontiera. Sono le 19:25 e il sole sta tramontando. Alla frontiera serba mi sento teso per tutto quello che mi è successo, ovviamente non faccio niente di particolare per farmi notare, ma forse la polizia nota il mio nervosismo o forse devono solo fare dei controlli. Mi chiedono di scendere di macchina e aprire le borse. Nello zaino ho un barattolo di vetro rinvolto in una T-shirt per proteggerlo. Dentro ci sono degli strani semi! Chiedono spiegazioni! Sono semi di lino che in Italia compro alla Coop, ma in inglese non so spiegare cosa sono. Li guardano, li toccano, li sniffano. Gli dico che servono per evacuare meglio e penso che ci manderei volentieri anche loro a evacuare. Certo, fanno il loro lavoro, ma io ormai sono stressato da questa polizia serba. Alla fine sono convinti che sono un tipo strano e che questa droga da qualche parte ce l’ho di sicuro, solo che sono furbo e non la trovano. Mi mandano via sospettosi come per dire: “Questa volta l’hai fatta franca!”. Alle 21:00 arrivo a Vukovar. Anche questa è una cittadina che volevo vedere da tempo. Ho letto che in guerra è stata assediata per sei mesi e che alla fine ne è uscita quasi rasa al suolo, quindi credo ci sia poco da vedere, ma questa visita ha comunque un alto valore. Vedo un alto serbatoio dell’acqua traforato da proiettili di ogni dimensione. Mi immagino che sia stato preso di mira durante l’assedio per togliere risorse agli assediati. Sul serbatoio c’è una targa, è stato lasciato come monumento storico. Ai bordi della città parcheggio la macchina in un prato, tra le case, un luogo tranquillo, ma non sperduto dove credo che passerò la notte. Domani mattina partirò presto per essere a casa domani sera. A Vukovar è in corso il Festival del Cinema. Proiettano un film su un barcone ormeggiato sul Danubio. Poco lontano c’è un locale dove mangio qualcosa e faccio amicizia con dei ragazzi croati. Do a tutti l’indirizzo del mio sito Internet dove potranno vedere le mie foto. Poi concludo la serata con una passeggiata sul Danubio. C’è la luna piena.

26-8-2010

Stamani sveglia alle 6 con la luce dell’alba, faccio colazione, scatto alcune foto nel centro di Vukovar con la bella luce del mattino e via in direzione di Zagabria, ma non per l’autostrada, voglio vedere i luoghi da dove passo, Osijek, Nasice, Bjelovar. Non mi fermo ma osservo la bella campagna. Ci metto tutta la mattina ad arrivare a Zagabria, ma mi piace guidare su quella bella strada. Mi fermo a Zagabria e pranzo camminando per il centro. Prima di ripartire perdo un po’ di tempo per cercare il distributore di metano. La Guida Metano dice che a Zagabria c’è l’unico della Croazia e finalmente lo trovo. Essenzialmente rifornisce gli autobus, infatti è vicino al deposito. Poi cerco di cambiare dei LEI rumeni che mi erano rimasti in tasca e non me li prendono in nessuna banca. Quindi per la prossima volta imparo che i LEI vanno cambiati prima di uscire dalla Romania (quei LEI successivamente sono riuscito a cambiarli solo in un ufficio di cambio ottenendo soltanto circa il 60% del loro valore). Riparto per cercare di fare metano a Portogruaro, tappa fissa, prima delle 19:30 orario di chiusura. Faccio metano alle 19:35 per gentilezza del gestore. Ora ho autonomia fino a Firenze. Mangio qualche tramezzino a Portogruaro e riparto. Concludo il mio viaggio arrivando a Firenze poco dopo mezzanotte, avendo percorso 3320 km.

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Come iniziai coi francobolli

Iniziai a collezionare francobolli con mio nonno quando avevo circa sette anni. Il collezionista appassionato colleziona francobolli usati. Io aiutavo mio nonno a lavare i francobolli. Chi non è esperto potrebbe chiedere: perchè erano sporchi? No, i francobolli si lavano per separarli dal frammento di carta al quale sono attaccati. Io aiutavo mio nonno a fare questo lavoretto di pazienza. La procedura è la seguente: si mette a mollo in acqua tiepida tanti francobolli su frammento quanti ce ne possono stare nel lavandino del bagno; dopo poco i primi iniziano a staccarsi, altri ci mettono molto di più, allora si prendono quelli già staccati e molto delicatamente si deve strofinare il francobollo con il pollice per far sciogliere il residuo di gomma (colla) che rimane sul retro. Non va strofinato troppo a lungo o troppo energicamente altrimenti ad un certo punto inizia a sfaldarsi la carta. Una volta pulito il francobollo conviene farlo asciugare su un foglio di carta assorbente con la facciata rivolta verso la carta perchè qualche residuo di gomma potrebbe ancora far attaccare il francobollo alla carta. Fare attenzione a non piegare il francobollo o la sua dentellatura! Nel lavaggio è un grosso problema quando i francobolli sono su carta colorata, soprattutto quella rossa lascia il francobollo macchiato, che sappia io senza soluzione. Una volta asciutti i francobolli, la nostra procedura prevedeva di catalogarli in cassettine divise a schedario, con un cartoncino per ogni paese del mondo, ogni emissione in una bustina di pergamino (carta trasparente) con sopra scritto stato e anno di emissione o per l’Italia anche il numero di catalogo Sassone. Questa è la mia procedura di conservazione dei francobolli anche oggi che mio nonno non c’è più.